Quali contenuti pubblicare per ottimizzare la crescita di un brand
“Content is King”, dice un noto detto del marketing attribuito a Bill Gates e capace di non passare mai di moda. Pubblicare contenuti di qualità si rivela un valore aggiunto sia per farsi notare agli occhi di Google sia per emergere sui social media. È quindi un aspetto che sta alla base di qualsiasi strategia di marketing e che va predisposto in relazione agli obiettivi da raggiungere.
Esistono diverse tipologie di testi che è possibile pubblicare nell’ottica di far crescere il brand. Nell’approfondimento di oggi ci soffermeremo sui format che risultano di maggiore efficacia.
Gli aspetti da considerare prima di pubblicare
Una strategia di successo parte sempre dall’analisi sia del contesto che degli obiettivi nonché, naturalmente, delle caratteristiche del pubblico target.
Inoltre, una buona prassi è quella di conseguire un piano editoriale con tanto di calendarizzazione precisa dei vari post, compresi quelli del blog: una soluzione che permette di monitorare la comunicazione nel suo insieme.
Pertanto, gli aspetti da considerare prima di creare i contenuti (e lanciarli nell’etere) sono soprattutto quelli che seguono:
- Definizione degli obiettivi che si intende raggiungere: visibilità del brand, aumento dell’awareness, miglioramento della reputazione, aumento del fatturato, fornire informazioni agli utenti rispetto a eventuali cambiamenti, ecc. ecc. Questi sono solo alcuni degli scopi che si può preventivare di raggiungere.
- Individuazione del canale social più pertinente: questo step va fatto di pari passo con la definizione degli obiettivi, tenendo conto sia dei network in cui l’azienda è più attiva sia delle caratteristiche della piattaforma nonché dei tipi di contenuti che si intende sviluppare.
- Caratteristiche del pubblico target: ogni azienda ha sempre delle buyer personas a cui si riferisce, ovvero degli utenti ideali ma non per questo irraggiungibili. Inoltre, è necessario pensare al pubblico target come a un’entità concreta, composta da sottogruppi che si rivela imprescindibile conoscere tramite segmentazione. Più la comunicazione sarà mirata, maggiori risulteranno le probabilità di creare engagement.
- Scelta dell’emozione che si desidera comunicare: gli sviluppi del neuromarketing mostrano come l’aspetto emozionale sia il più potente in termini di conversioni e coinvolgimento. I contenuti sono uno strumento tra i più efficaci in tal senso.
Fatta questa premessa non resta che concentrarci sulle tipologie di contenuto che occorre considerare all’interno di una strategia di marketing.
Vi anticipiamo che non si basano sull’uso delle sole parole, dal momento che per testo si intendono spesso anche le immagini. A teorizzarlo sono diversi esperti della comunicazione, della semiotica e della linguistica nonché un graphic designer tra i più affermati quale Riccardo Falcinelli.
I contenuti degli utenti che richiamano il brand: una risorsa preziosa
Prima di soffermarci sulla pubblicazione di contenuti originali partiamo dall’esistente, ovvero dai post condivisi dagli utenti che riguardano il brand; si trovano soprattutto sui social media ma possono interessare anche il blog. Proviamo a spiegarci meglio con un esempio concreto.
Se un professionista o un’azienda presenta una partnership con un’altra organizzazione che risulta rilevante - e merita di essere valorizzata - nulla vieta di condividere quello specifico contenuto all’interno di un blog post creando ulteriori condivisioni social.
Tale strategia si rivela assolutamente positiva, in quanto permette di ottenere ulteriore visibilità, allargando il raggio d’azione della community e creando engagement. Il tutto con un impegno davvero ridotto: basta soltanto avere l’accortezza di nominare l’utente/l’azienda e utilizzare gli hashtag più pertinenti.
Contenuti a carattere informativo
Informare, non ci sono dubbi, è spesso una leva efficace. Questo a patto di usare il linguaggio giusto, in relazione al pubblico di riferimento.
Bisognerà quindi stare attenti a non essere troppo tecnici, almeno qualora il contesto non lo richiedesse, e a non risultare troppo prolissi, almeno non sui social, dove basterà concentrarsi su un dato alla volta o comunque pochi numeri.
Diversamente, il rischio di perdere l’attenzione dell’utente, risultando noiosi e ridondanti - un peccato capitale nella comunicazione contemporanea - è davvero dietro l’angolo.
Tra i post da pubblicare a carattere informativo segnaliamo consigli pratici, guide, argomenti degni di interesse, manuali contenenti delle istruzioni e simili.
Intrattenere, sì ma nel modo giusto
Un’altra tipologia di contenuti che sta riscuotendo successo nella comunicazione delle aziende è quella dei post che hanno come intento quello di intrattenere. In questo caso essere concisi si rivela essenziale: il messaggio deve arrivare con immediatezza.
Tra i contenuti più adatti a tale scopo segnaliamo storie, infografiche, sondaggi, raccolte punti, giochi: tutti con un carattere insolito e un approccio diverso da quello consueto.
Emozionare: la chiave più potente del Content Marketing
Lo abbiamo già accennato ma emozionare è una delle parole chiave del Content Marketing contemporaneo e persino del Copywriting Persuasivo, che per “sedurre” deve sapere su quale emozione concentrarsi.
I contenuti emozionali possono avere un carattere etico, raccontando qualcosa di più dei valori dell’azienda - sostenibilità in primis - e mostrando all’utente qual è il valore aggiunto di una certa proposta. Oppure, all’opposto, puntare sulla FOMO, una strategia da maneggiare con cura.
In ogni caso, vanno inseriti in uno storytelling dove ogni parola è scelta con precisione, dal momento che è un attimo comunicare l’emozione sbagliata.
Quando l’immagine è un contenuto
Comunicare per immagini è una delle scelte più azzeccate che un brand può decidere di fare. Si tratta di una soluzione che permette di unire immediatezza ed essenzialità, a fronte di un messaggio capace di catturare come non mai l’attenzione dell’utente.
Inoltre, è stato dimostrato che un’immagine riesce a raccontare molto più delle tante parole che servirebbero per esprimerla, rimanendo nella memoria della persona più a lungo: è di per sé più potente del messaggio scritto.
I contenuti a carattere visual sono utili per aumentare il tempo che la persona dedica al marchio, evitando l’abbandono in tempi rapidi della pagina.
Attenzione, in questa tipologia non rientra l’immagine pura e semplice: deve essere accompagnata da una scritta, unendo grafica e parole. Parliamo, quindi, di una comunicazione tra le più complesse, difficili e delicate.
Video? Sì, ma non troppo lunghi
L’ultima tipologia di contenuti che è buona prassi utilizzare per far crescere i brand sono i video. L’importante è attenersi a una regola in particolare: quella che li vuole brevi e con qualcosa di sorprendente o divertente.
Nulla vieta ovviamente di organizzare dirette ed eventi - che però rientrano in un ambito diverso da quello del Content Marketing - da pubblicizzare e valorizzare con post ad hoc, a fronte di una programmazione ancora più curata.
Pertanto, è stato dimostrato che i giovani amano soprattutto i contenuti “imperfetti”, quelli in cui il brand ironizza su se stesso o non dà un’immagine di perfezione. I video, in tal senso, sono l’ideale.
Meme: ironizzare fa sempre la differenza
Il meme è una delle soluzioni più esilaranti del Content Marketing e ci sono personaggi che ne hanno fatto un punto vincente della loro comunicazione: basti pensare a un volto noto del mondo dello spettacolo come Gerry Scotti, che ha saputo comprendere le potenzialità dei social e rafforzare il proprio indice di gradimento.
Il meme permette inoltre di raccontare una storia scherzandoci su, ma anche di riflettere a proposito di situazioni non proprio ottimali. Si rivela una soluzione efficace persino per questioni che potrebbero risultare delicate, smorzando le tensioni e trasformandole in engagement.
Conclusioni
Creare contenuti vincenti per far crescere il brand è qualcosa di molto più complesso di quanto non si possa pensare. Lo sanno bene aziende e professionisti, per i quali rivolgersi a professionisti preparati appare imprescindibile. Una web agency può essere, sotto questo punto di vista, il partner ideale, complice il connubio tra manager qualificati e creativi.
Pertanto, non c'è un approccio valido sempre. Analizzare, porsi domande, misurare i vari parametri diventa essenziale. Perché crescere vuol dire sperimentare - ma con buon senso -, imparare e valorizzare la propria storia, o meglio, l’identità del marchio. Che cambia velocemente e non è mai la stessa.