Reverse Marketing: cosa c'è da sapere
Il Reverse Marketing rappresenta una delle tipologie più interessanti del marketing e della comunicazione attuale. Si caratterizza per il fatto che è il cliente a prendere per primo l’iniziativa, stabilendo in prima persona un contatto col brand e non il contrario come avviene di solito nelle strategie di advertising.
Si tratta di una formula che vanta diversi casi di successo, non convenzionale e che, se studiata con attenzione, con il giusto mix di tecnica e creatività, si rivela in grado di garantire risultati di alto livello. Scopriamo insieme qualcosa di più.
Cos’è il Reverse Marketing?
L’espressione Reverse Marketing viene comunemente tradotta in italiano come Marketing Inverso oppure marketing al contrario. Fa riferimento a tutte quelle strategie della comunicazione che soverchiano l’approccio classico della comunicazione - ribaltandolo appunto - e in particolare dell’advertising.
Se normalmente si invita il cliente a conseguire una certa azione, in questo caso avviene il contrario: la strategia è fare in modo che sia il consumatore a effettuare in maniera spontanea una certa attività, suscitando interesse e curiosità.
Le soluzioni del marketing inverso puntano dunque a un coinvolgimento di tipo emotivo, valorizzando la qualità della proposta e focalizzandosi sulla reputazione del brand, senza comunque che sussista una promozione diretta.
L’attualità del Reverse Marketing
In un mondo in cui ognuno di noi si trova letteralmente bombardato da messaggi pubblicitari di varie tipologie, il Reverse Marketing si propone di fare l’opposto: anziché “calcare la mano”, conseguire un rapporto con il cliente e attirarlo in maniera spontanea nella sua tela, in una sorta di gioco di seduzione.
La strategia presuppone che il marchio abbia acquisito una reputazione solida e possa mettere in campo esperienze che rimangono impresse nella mente dell’utente, che le percepirà come di valore.
In questo modo si creeranno legami importanti, un po’ come quelli che sussistono all’interno delle famiglie o, per dirlo in termini di marketing, nelle community. Connessioni autentiche e non forzate: le persone non si limitano a essere degli acquirenti, si sentono parte dell’azienda.
Come funziona il Reverse Marketing?
Vediamo a questo punto alcuni esempi di strategie tipiche del Marketing Inverso, volte ad attirare l’attenzione del cliente senza andare a proporre direttamente l’acquisto di qualcosa né di compiere una certa azione:
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Il cliente ha un bisogno, un problema da risolvere. Il brand si limita a proporre delle soluzioni.
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Il marchio mostra i benefits relativi a un certo prodotto/servizio.
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Si suscita curiosità rispetto a un prodotto o servizio, incentivando un bisogno che la persona inizialmente non sa di avere.
Come si può vedere, questo tipo di comunicazione si basa sulla realizzazione di contenuti mirati rispetto al target di riferimento, che dovranno essere “confezionati” con particolare cura.
Il Reverse Marketing agisce infatti creando un senso che potremmo definire di reciprocità, in cui si instaura un dialogo tra le parti in quanto vi è un rapporto basato sulla fiducia. Gli utenti, apprezzando i suggerimenti, i consigli, le proposte del marchio, ricambieranno acquistando quanto suggerito.
Quali sono i vantaggi del Reverse Marketing
Il Reverse Marketing presenta molteplici vantaggi per i brand che decidono di avvalersene. Vediamoli nel dettaglio:
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È un approccio che favorisce la fidelizzazione, che è sovente uno degli obiettivi di maggiore rilevanza per le aziende. Il cliente ha una buona opinione del brand e tende a tornare, ad aggiornarsi spontaneamente sui suoi sviluppi.
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Si genera un passaparola virtuoso, aumentando il bacino di utenza e il numero dei clienti.
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Ne giova anche la brand awareness, ovvero l’autorevolezza del marchio, che viene percepito come fonte autorevole all’interno di una certa nicchia di riferimento.
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Ne trae giovamento persino la relazione con il cliente, che sarà disponibile a essere più tollerante e comprensivo in caso di “incidenti di percorso” o comunque più propenso a rivolgersi al brand ogni qualvolta sussistessero le condizioni.
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Il Marketing Inverso è un approccio più soft, meno aggressivo e percepito come naturale: entra più facilmente nella vita delle persone.
5 casi di successo di Reverse Marketing
Sono davvero tante le aziende che si avvalgono del Reverse Marketing, adottando tecniche talmente naturali da passare quasi inosservate, ma che pure si rivelano una potente leva d’acquisto e non solo. Ecco alcuni casi di successo.
IKEA
L’azienda svedese che ha rivoluzionato il settore dell’arredamento utilizza il Marketing Inverso per creare esperienze uniche di shopping, facendo sentire alla persona che in fondo fa tutto da sé, proprio come nel campo in cui opera. Possiamo dire che questo tipo di comunicazione è alla base della sua proposta e ha il vantaggio di incentivare i clienti a tornare in negozio.
Apple
Non poteva che esserci Apple tra le realtà che utilizzano il Marketing Inverso. Da sempre le sue pubblicità suggeriscono un modo d’essere, uno status symbol, qualcosa di più dell’acquisto di un cellulare o di un pc.
In tale ottica si pone anche uno degli spot più recenti dell’azienda di Cupertino, incentrato sulla sicurezza del suo browser, Safari, che mostra in maniera chiara e percepibile come sia in grado di tutelare dalle minacce che sono presenti sul web. Un modo indiretto per dire di utilizzare il programma, decisamente efficace, e i dispositivi del circuito Apple.
Dove
Il marchio Dove ha saputo fare scelte non convenzionali di advertising più volte durante la sua storia, promuovendo una bellezza autentica e impegnandosi persino a “non utilizzare mai l’Intelligenza Artificiale per creare o distorcere le immagini delle donne”, come si può leggere sul sito ufficiale.
Il messaggio è potente, permette di identificarsi facilmente in una comunità di ampio respiro, risulta trasversale e si pone come invito all’accettazione di sé e della propria unicità. Non a caso, la campagna va avanti da ormai tanti anni.
Nike
Non è forse lo slogan pubblicitario “Just Do It” un esempio di Marketing Inverso? Certo, contiene l’invito a fare qualcosa, ma la multinazionale statunitense è stata capace di farne una frase iconica a tutti gli angoli del pianeta che funge da ispirazione per sportivi e non.
Clio Make-up
L’ultimo caso è tipicamente italiano e riguarda Clio Make-up, che ha invece promosso una formula di Reverse Marketing più moderna, ovvero tramite l’impiego dei canali social, in particolare Instagram e TikTok.
La popolare Content Creator e Influencer ha optato per mostrare come utilizzare determinati prodotti per prendersi cura della propria bellezza, mettendo al servizio della community le sue conoscenze ed esperienze. Il tutto incentivando la condivisione e, indirettamente, l’acquisto.
Conclusioni sul Reverse Marketing
Il Reverse Marketing è una strategia particolarmente efficace e non andrebbe mai scartata dal brand, anzi: si rivela moderna, attuale e in grado di assicurare benefici a 360°.
Essendo comunque un tipo di comunicazione molto complesso - pur apparendo semplice - è importante rivolgersi a realtà qualificate come ALEIDE WEB AGENCY, in grado di supportare in tutte le fasi di definizione della campagna, che andrà strutturata a partire dalla Brand Identity del marchio. Effettuando un’analisi strategica a tutto tondo, quindi, e con risultati monitorati nel tempo.