Strategia SEO per siti multilingua
SEO Internazionale: Strategia SEO per siti multilingua e siti localizzati
Sempre più aziende si affacciano ai mercati internazionali sfruttando quell’onda lunga della globalizzazione che sta portando un numero sempre maggiore di realtà, anche piccole, a confrontarsi con l’estero. Quando si decide di internazionalizzare l’attività online di un’azienda, è chiaro che il primo passo da fare è quello di rendere il relativo sito internet facilmente accessibile e usabile dall’estero, con l’implementazione di un sito multilingua che non è però sufficiente a raggiungere i potenziali clienti delle altre nazioni e, quindi, tutti i mercati esteri. Una semplice traduzione dei contenuti non riuscirebbe mai da sola a rendere un sito raggiungibile e funzionale a livello internazionale, dati che alla base di una corretta presenza internazionale deve esserci un’efficace strategia SEO multilingua. La SEO internazionale è altrettanto importante e fondamentale quanto quella utilizzata per ottimizzare e giustificare la propria presenza a carattere “nazionale” sul web, visto che anche le realtà più interessanti e i business più performanti si perderebbero nell’oceano digitale di internet senza un’adeguata strategia di visibilità e posizionamento. L’obiettivo, in pratica, è sempre lo stesso: creare dei siti web facilmente raggiungibili dagli utenti, anche di altri paesi, in maniera tale da conquistare nuovi clienti e aumentare le vendite e i profitti. L’internazionalizzazione della presenza online di un’azienda, o di qualsiasi altra realtà presente sul web, parte innanzitutto dal trovare una risposta chiara ad alcune domande fondamentali come: “In quali paesi del mondo si vogliono rendere visibili i propri contenuti?”; “Quali lingue parlano i potenziali clienti di quelle aree geografiche?” e, domanda ancor più cruciale “Quale struttura di dominio e di URL è più adatta alla tua azienda?”.
SEO Multiregionale e siti web geotargettizzati
Partendo proprio dall’ultima domanda, ci confrontiamo con il primo importante aspetto da tenere in considerazione: le pagine del sito da “internazionalizzare” devono ovviamente apparire nella SERP degli utenti che risiedono nelle aree geografiche selezionate per cui l’accorgimento fondamentale da seguire è, innanzitutto, la scelta del dominio. Ogni sito ha un preciso nome di dominio, ovvero la stringa di caratteri associata al sito stesso come, per esempio, “www. miosito.it” che è un dominio di primo livello. Le lettere “it” dopo il secondo punto indicano che si tratta di un sito italiano e, per essere più precisi, sono uno dei tanti suffissi convenzionali che specificano delle informazioni sul dominio. Queste informazioni sono utilizzate dai motori di ricerca per decidere in quale Paese del mondo mostrare il sito in questione. Questi suffissi si dividono in due tipologie principali: ccTLD (country code Top Level Domain) e gTLD (generic Top Level Domain names).
- I ccTLD domini con estensione nazionale, sono tutti quelli del tipo .it per l’Italia, .fr per la Francia, .de per la Germania, .uk per l’Inghilterra e così via;
- I gTLD sono, invece, domini con estensione internazionale, cioè tutti quelli come .com, .org, .net.
Strategia a livello di dominio o di URL?
Le due tipologie portano alla scelta di due diverse strategie SEO che possono essere a livello di dominio o a livello di URL. La prima si riferisce all’utilizzo di più siti ccTLD (ovvero un dominio per ogni Paese), con ogni singolo sito dovrà essere impostato in modo a sé stante. In questo caso tutti i siti dello stesso brand e riferiti a paesi e lingue diverse dovranno avere la stessa struttura in maniera da creare la stessa esperienza per ogni utente che navigherà all’interno delle pagine web riferite al proprio paese. Tradizionalmente questa impostazione è stata da sempre preferita da Google ma, seppure semplice e sicura da attuare anche da siti nuovi (con bassa domain authority e limitate risorse economiche), si tratta tuttavia di una soluzione poco performante a livello di ranking e di link esterni (fondamentali per il posizionamento del sito): infatti i link ricevuti da ogni singolo sito non porteranno benefici agli altri siti con domini diversi. Se, invece, si sceglie una strategia a livello di URL, puntando su domini di tipo gTLD si avrà una perfetta ottimizzazione sotto l’aspetto del ranking e dei backlink. In caso di internazionalizzazione, i gTLD sono più modulati perché possono essere seguiti da:
- sub-directory con diversi codici della lingua come per esempio miosito.com/it, o miosito.com/en e altre ancora in base al paese o al target di persone a cui ci si deve rivolgere; se ci vogliamo rivolgere ad un target di utenti che parlano inglese e risiedono in Inghilterra;
- sottodomini di un unico dominio principale, con codici della lingua tipo miosito.com per l’Italia, de.miosito.com per la Germania e così via.
Bisogna considerare che l’introduzione di Google dell’attributo hreflang e l’impostazione dei Paesi di destinazione dalla Search Console ha facilitato non poco l’utilizzo di domini generici, con i motori di ricerca che riescono a trasmettere e utilizzare meglio le impostazioni geografici giuste anche se si ha a che fare con un dominio generico. Uno degli aspetti da tenere in considerazione nel caso si decida di seguire una strategia gTLD è il rischio di non avere la possibilità di utilizzare un dominio generico in quanto non disponibile, cioè già preso da altri. Non è sempre detto che miosito.com o .net sia disponibile, soprattutto quando si punta su dei nomi molto inflazionati e comuni. In questi casi muoversi in anticipo acquistando domini generici anche se non si è ancora pronti al mercato internazionale è una mossa astuta da attuare insieme all’eventuale “prenotazione” dei domini ccTLD dei paesi più importanti per la natura della propria azienda. All’interno di Aleide Web Agency suggeriamo solitamente strategie SEO internazionali che prendono alcuni aspetti dalle diverse opzioni di cui sopra. Vediamo il caso più comune:
- Se un’attività ha prevalentemente affari sul territorio nazionale è sempre meglio avere un dominio “.it. Il sito dominio.it sarà quindi quello principale in lingua italiano, mentre le diverse lingue avranno i sottodomini en.dominio.it, fr.dominio.it, es.dominio.it e via dicendo.
Questo riportato qui sopra è, come detto, il caso più comune. Vale la pena, tuttavia, analizzare altri due casi:
- Se l’attività ha una forte connotazione internazionale, allora suggeriamo dominio.com, in inglese, e it.dominio.com in italiano.
- Se infine, l’attività oltre ad avere una forte connotazione internazionale ha anche prodotti e servizi diversi da paese a paese, allora suggeriamo l’utilizzo di dominio.com come pagina “hub” che indirizzerà poi l’utente ai diversi siti www.dominio.it, www.dominio.co.uk, www.dominio.us e così via, ciascuna eventualmente con le sue versioni in lingua.
SEO Multilingua
Per una SEO internazionale efficace, oltre alla strategia riguardante la geotargettizzazione del sito, è indispensabile attuare un’attenta pianificazione dei contenuti del sito (o dei siti con domini diversi). Una semplice traduzione delle pagine non è sufficiente e, anzi, potrebbe rivelarsi controproducente. È infatti necessario che i contenuti del sito vengano adattati e ripensati in base alle caratteristiche del target di utenza di ogni singolo paese. Le informazioni, anche se fanno capo a una realtà aziendale al di fuori dei confini nazionali degli utenti, devono essere percepite da questi ultimi come naturali e affidabili. In tal caso si parla di vera e propria localizzazione dei contenuti di un sito web, anche di quelli che potrebbero sembrare insignificanti come didascalie e brevi descrizioni. È infatti assolutamente indispensabile che la SEO multilingua tenga conto non solo delle diverse lingue, ma anche de regionalismi, delle abitudini del pubblico dei diversi paesi, come per esempio quelle relative a metodi di pagamento, formati di indirizzi, date e ogni tipo di informazione che necessiti determinati accorgimenti per essere compresa e accettata come “naturale” e standard dagli utenti.